#GIOCODISQUADRA
Ho fondato Sport Senza Frontiere 10 anni fa perché avevo un debito verso lo sport, che è stato il mio più valido aiutante per crescere i miei 4 figli in sicurezza e salute.
Volevo fortemente che di questo aiuto potessero beneficiare tante altre mamme che, al contrario di me, non potevano permettersi di iscrivere i loro figli in società sportive serie e qualificate. Per questo quando Alessandro Tappa, l’allenatore della squadra di pentathlon moderno che aveva accolto e “cresciuto” i miei due figli piccoli, mi ha chiesto se volevo iniziare l’avventura di Sport Senza Frontiere con lui ho detto subito di sì.
In quel momento non potevo supporre che la onlus, per i prossimi 10 anni, sarebbe diventata la mia quinta figlia. E crescere una “neonata” è sempre impegnativo, nonostante fossi pratica in questo campo!
Io e Alessandro ci siamo divisi i compiti: lui cercava le società sportive (attingendo dal suo patrimonio ventennale di esperienza), io mi sarei dedicata alle famiglie.
Giorgia Mariani e Alessandro Tappa (al centro) all’inaugurazione della mostra LET’S SPORT
I primi bambini che hanno iniziato a frequentare i corsi li andavo a prendere con la mia macchina, li seguivo sui campi di allenamento, li accompagnavo alle visite mediche, andavo a parlare con le loro maestre, e tutto questo arricchiva la mia vita di bellissime amicizie che ancora oggi esistono, anche se i bambini nel frattempo sono cresciuti e sono usciti dal progetto.
Il fatto concreto di “aiutare attraverso lo sport” andava a centrare esattamente l’obiettivo che mi ero posta. E quanta soddisfazione nel vedere che la neonata Onlus anno dopo anno si faceva più grande e forte, otteneva finanziamenti e consensi e suscitava l’interesse di grandi aziende del settore dedicate all’infanzia. Non scorderò mai quando una volta il nostro Direttore Sandro Palmieri, alzato il telefono, si sentì dire dall’altra parte del filo: “Salve, siamo la Disney Italia. Siamo interessati a finanziare le vostre attività.”
Ora sono passati dieci anni, e da volontaria factotum sul campo, organizzatrice di eventi, responsabile della produzione video (nella vita sono un’autrice televisiva) e procacciatrice di fondi (tutti i miei amici ne sanno qualcosa!) sono diventata vice-presidente. Un ruolo istituzionale importante, che cerco di onorare al mio meglio.
Ma i ricordi più belli sono legati a quei primi anni nei quali io, Alessandro, Roberta e Sandro (da sempre responsabile della comunicazione e Direttore) ci raccontavamo ogni sera i progressi dei bambini. Come quella volta che Sasho fu portato dalla sua squadra di rugby a giocare una partita in trasferta. Tornò entusiasta. A 11 anni, per la prima volta in vita sua, aveva visto il mare, aveva dormito in un albergo e aveva indossato un pigiama. Ogni tanto riguardo la sua foto che ci saluta, e mi si scalda il cuore.
Sasho e la sua squadra di rugby in trasferta
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