Il primo incontro con Vincenzo e la sua famiglia è avvenuto nel 2016.
La mamma aveva saputo dalla scuola dell’esistenza di Sport Senza Frontiere, attiva proprio a Ponticelli (quartieri Orientali di Napoli) e aveva chiesto più informazioni, sperando di poter inserire nell’attività sportiva almeno il maggiore dei suoi figli, Vincenzo, che a quel tempo frequentava la 4^elementare. Fino ad allora non c’era stata la possibilità di pagare per dei corsi sportivi, a causa del lavoro precario del papà.
Che entusiasmo, sin dall’inizio! Vincenzo era contentissimo delle lezioni di judo alla Nippon, si divertiva tanto nella fase gioco, prima della lezione vera e propria, e poi ad imparare tutte le tecniche per far cadere l’avversario. La mamma riferiva che ormai a casa non si faceva altro che riprodurre le tecniche imparate, anche lei veniva coinvolta col secondogenito Giuseppe che aveva, a malincuore, il ruolo di spettatore in palestra e “allievo” a casa.
L’anno successivo toccò anche a lui l’esordio sul tatami: super felice! Forse per la lunga attesa o per indole, appariva, a tratti, più tenace e resistente di Vincenzo nei combattimenti.
Ormai non c’era scampo: a casa si attrezzavano gli spazi per riuscire ad esercitarsi e mamma e papà erano spettatori! Ci si allenava sempre in vista delle gare e dei passaggi di cintura, grazie ai quali Vincenzo e Giuseppe potevano verificare i loro progressi.
C’era anche una certa soddisfazione nel constatare di essere in grado di difendersi (!) e poter avere amici al di là dei compagni di classe. La mamma vedeva per Vincenzo e Giuseppe nuove opportunità: anche i suoi figli avevano impegni extra scolastici, non stavano sempre “chiusi in casa” e Vincenzo imparava a “non farsi accoppare”…
Ora Vincenzo è in 3^ media e Giuseppe in 1^: all’inizio con la DAD non era semplice, ma poi è arrivato il tablet (grazie a SSF!) e non c’era più il problema di contendersi i cellulari disponibili, quando gli orari delle lezioni coincidevano. Certo mancava lo sport, ma per fortuna c’erano i video delle olimpiadi virtuali e si riusciva a spezzare la noia delle giornate tutte uguali.
La scorsa estate Vincenzo ha tanto rimpianto il Joy Summer Camp al Monte Terminillo, dove era stato l’anno precedente (beato lui, pensava Giuseppe!). Avrebbe voluto ritornarci, ma non è stato possibile. Per fortuna Sport Senza Frontiere ha organizzato il Joy Point, quasi due mesi di camp estivo: che goduria! Nessuno dei due aveva mai frequentato un centro estivo e mai così a lungo. Nuovi amici e nuove esperienze! La mamma non li aveva mai visti così solerti e svelti di primo mattino, pronti Salvatore che passava a prenderli col pulmino per una nuova e appassionante giornata di giochi e sport.
Il prossimo anno, quando si potrà riprendere lo sport, a Vincenzo piacerebbe provare il basket ma andrà benissimo anche ricominciare il judo, deciderà Sport Senza Frontiere. Perché la cosa più importante di tutte, per Vincenzo e Giuseppe, è continuare a fare sport.