GIANNI SASSO, L’UOMO SENZA FRONTIERE
Il campione paralimpico intervistato da Luca Attanasio in occasione dei 10 anni di Sport Senza Frontiere
Lo sport è lui e lui è lo sport. Gianni Sasso riassume con la sua storia lo spirito più intimo dello sport: costretto all’amputazione di un arto inferiore, non ha permesso al fato di averla vinta riuscendo con pervicacia a stabilire record su record e a eccellere in più di una disciplina. Da maratoneta ha stabilito il record del mondo ( 4 h e 28’), ha partecipato alla paraolimpiadi di Rio nel triathlon ed è stato due volte campione d’Italia con il Vicenza calcio amputati. Nel 2019 ha conosciuto Sport Senza Frontiere ed ecco come commenta la storia di amicizia con la Onlus
“Empatia a prima vista! Ho conosciuto Alessandro Tappa nel 2019 prendendo parte a una serata di incontro con i partner di SSF e raccolta fondi. Io già da tempo ne avevo sentito parlare e cercavo un’occasione per incontrarli. Mi affascinava molto l’idea di far partire tutto dallo sport e permettere proprio a quei bambini che più ne hanno bisogno di usufruirne. Mi sono subito legato a questa bellissima realtà e insieme decidemmo che avrei preso parte alla Maratona di Roma dove con entusiasmo avrei portato il messaggio dell’attività motoria per tutti e la libertà che sprigiona da essa. Purtroppo non è stato possibile a causa della pandemia ma ci stiamo organizzando per il 2022. Nel frattempo ho fatto molti interventi a supporto di SSF e a Roma abbiamo organizzato una 10 km di allenamento raccogliendo 100 persone che sono passate attraverso i posti più belli della città eterna. Nell’occasione della Maratona di Roma del 2022 (Run Rome the Marathon) cercherò di battere il record personale e del mondo stabilito ad Amsterdam di maratona con le stampelle questa volta con a fianco SSF, e di lanciare una promozione incredibile per questa Onlus. Porterò il messaggio di questa grande associazione, qualcosa di unico e incredibile. Nel frattempo però parteciperò alla staffetta della Run Rome the Marathon, il 19 Settembre prossimo, sempre con la maglia di Sport Senza Frontiere”.
Hai altri progetti assieme a SSF?
“Sì abbiamo un sogno. Quando ho partecipato ala maratona di New York, ho preso contatti con l’ambasciata e stiamo progettando una partecipazione di SSF come charity alla prossima maratona. E poi bisogna sempre continuare a promuovere, io non perdo occasione sui social o in pubblico per aiutare SSF. Lo sport è un formidabile strumento di prevenzione, e se qualcuno non riesce a fare sport per motivi non dipendenti da se stesso, bisogna fare di tutto per permetterglielo: esattamente ciò che fa Sport Senza Frontiere con grande entusiasmo. I bambini che praticano attività fisica, non necessariamente agonistica, hanno una educazione migliore, coltivano sogni, si pongono obiettivi nel futuro. Lo sport ti educa sempre: iniziamo dai bambini per inculcarlo ai giovani, agli adulti e a tutti”.