La RUGBY BERGAMO 1950 e Marco Gritti
La collaborazione con la Rugby Bergamo 1950, una delle ultime società sportive entrate nella nostra Rete Solidale, è nata in maniera naturale quando il progetto di Sport Senza Frontiere è approdato a Bergamo nel 2018, fortemente voluto da SOFAR, una delle nostre maggiori aziende sostenitrici, che voleva dare un tangibile contributo sociale sul proprio territorio.
E proprio alla Rugby Bergamo 1950, oltre ad aver subito condiviso valori e mission, abbiamo trovato, tra i dirigenti della squadra, l’uomo “che faceva al caso nostro”, lo psicologo dello sport Marco Gritti al quale abbiamo affidato il ruolo di coordinatore di Sport Senza Frontiere in terra bergamasca.
Marco, perchè hai deciso di collaborare con Sport Senza Frontiere?
Sport Senza Frontiere nasce dall’impegno di donne e uomini, gente di sport, che dello sport fanno una missione al servizio delle comunità e soprattutto al servizio di chi ne ha veramente più bisogno, bambini che senza il loro aiuto avrebbero difficoltà nel fare la cosa più bella del mondo per ogni bambino: giocare insieme. Questa è anche una delle mission della mia vita personale e professionale, quindi come potevo non accettare?
Quali sono a tuo parere i punti di forza del progetto?
Innanzitutto mi ha colpito la serietà del loro lavorare per “Reti di prossimità”. Per prima cosa si sono presentati alle Istituzioni Comunali, che li ha messi in contatto con i Servizi Sociali. Da loro hanno avuto la priorità dei bambini e ragazzi da inserire nel progetto e solo dopo hanno iniziato a cercare – ed è lì che sono entrato in campo io – le società sportive che potessero accoglierli. Parallelamente abbiamo cercato un partner sanitario per il rilascio dei certificati medici e lo abbiamo trovato nella splendida realtà di Methodo Medical Center.
Come sono andati gli inserimenti alla Rugby Bergamo 1950?
Il rugby ha in sè la caratteristica di valorizzare al massimo lo spirito di squadra, la coesione, il sostegno e il rispetto per sé e per gli altri. Noi della Rugby Bergamo 1950 inoltre lavoriamo nel sociale da tanti anni, prima con “GLI AMICI DELLA PEDIATRIA“, un centro diurno per disabili e da qualche anno anche con il CENTRO DI NEUROPISCHIATRIA INFANTILE dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Essendo una società dilettantistica gestita da volontari, le emozioni sono la nostra motivazione più grande e il vedere questi bambini venire al campo e stare bene con noi ci dà una grossissima soddisfazione ed è uno stimolo ulteriore nel cercare di dare sempre il massimo. Nel caso dei bambini di Sport Senza Frontiere, che vengono da realtà sociali fragili e disagiate, inserirli in un contesto sportivo sano vuol dire contribuire a farne degli adulti equilibrati, pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà della vita… e, perchè no?, anche a diventare dei campioni di rugby!