“NELLA DISABILITA’ IL LIMITE NON ESISTE… BISOGNA SEMPRE PROVARE!”
La storia di questo campione è un vero esempio di resilienza che inizia a metà degli anni novanta, quando Ahmed è un bambino di 10 anni che vive a Ksar El Kebir, cittadina marocchina situata a nord di Tangeri.
Ahmed, oltre a frequentare la scuola e a giocare a calcio, aiuta la famiglia che ha una rivendita di ortofrutta. Un giorno, mentre trasportava una busta nell’intento di aiutare il padre a trasportare la merce da vendere, un bandito lo ha aggredito provando a sottrargli il carico. Si trovavano su un treno per niente sicuro e nella colluttazione il piccolo finisce sbalzato fuori rimanendo sulle rotaie. Il risultato è l’amputazione di entrambe le gambe e della mano destra.
Sembrava la fine di tutto, ma Ahmed ha la stoffa da vero sportivo nel sangue. E quella difficoltà che sembra insormontabile la trasforma in sfida.
Nel centro di riabilitazione in Marocco, lui che veniva dal calcio, si affaccia timidamente alla pallacanestro e quel bambino spaesato in una palestra diventa un giocatore, capace di interpretare un gioco difficile da giocare senza gambe, ma quasi impossibile da affrontare se a mancare è anche una mano. La voce circola nell’ambiente e tra i talent scout e pochi anni dopo Ahmed inizia la sua carriera in Spagna e poi in Italia, dove ha vinto tutto con i club del Santa Lucia Roma e Briantea 84 Cantù. Oggi, a 36 anni, Ahmed è uno dei giocatori più forti della nazionale italiana di basket in carrozzina.