BENEFICIARI DI IERI ED OGGI: OLAYA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA CON SPORT SENZA FRONTIERE (SSF)
Salve, mi chiamo Olaya, ho 19 anni, sono nata in Marocco ma vivo a Roma con la mia famiglia da quando ho 6 anni. Ho due fratelli più piccoli e la mia è una famiglia molto unita, che non si è mai persa d’animo di fronte alle varie difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, a cominciare dal problema della casa.
Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulla mia esperienza a Sport Senza Frontiere e lo faccio molto volentieri, perché dopo i miei genitori posso dire con certezza che sono stati gli amici di SSF ” a crescermi” e a farmi diventare quella che sono adesso.
Quando li ho conosciuti avevo 10 anni, mio padre non riusciva a trovare un lavoro fisso e vivevamo in uno stabile occupato. Papà è stato subito entusiasta delle attività di SSF e ha chiesto di poter inserire me e i miei fratelli nelle attività sportive. Io facevo un po’ di fatica, ero una bambina determinata ma molto timida, quindi sono stata contenta di iniziare un corso di nuoto. In acqua mi sentivo libera e non dovevo relazionarmi con nessuno. Intanto a papà SSF aveva offerto una collaborazione part-time: doveva accompagnare i bambini col pulmino ai vari corsi sportivi. Essendo papà un autista, ha accettato con grande entusiasmo e ancora adesso, che ha trovato un posto fisso in un’Ambasciata, dice che quello è stato uno dei periodi più belli della sua vita. Sapeva noi figli al sicuro e faceva un lavoro di grande responsabilità.
I rapporti con SSF diventavano sempre più stretti, tanto che Roberta, una delle fondatrici di SSF, mi offrì anche di fare da babysitter alla sua adorabile bambina di 7 anni, lavoro che tutt’ora faccio e che ha accresciuto il mio innato senso di responsabilità. D’altronde, avendo due fratelli più piccoli l’esperienza l’ho fatta sul campo.
E a proposito di campo, anche il mio percorso sportivo stava crescendo. Dal nuoto ero infatti passata, sotto consiglio dello staff di SSF, ad uno sport di squadra: il badminton. Lo conoscete? Io all’epoca no, ma vi assicuro che mai consiglio fu più azzeccato. Con la mia squadra di badminton mi sono sentita subito a casa e, nonostante la mia difficoltà iniziale per raggiungere il livello degli altri, NON HO MAI MOLLATO e alla fine anche io ho partecipato a gare e tornei e mi sono fatta dei nuovi amici che dureranno per tutta la vita.
Poi è arrivato JOY. Avete presente la sensazione di quando ricevete una scossa elettrica? Per me JOY è stato così: un’esperienza fondante, che prima ho provato come partecipante al campo (Ndr: JOY è il camp estivo residenziale a vocazione sociale che ogni anno SSF organizza d’estate al Monte Terminillo) e poi come Tutor, cioè come parte dello staff che segue i bambini H24 in ogni attività e quest’anno come educatrice, cioè insieme alla mia amica e collega di SSF, Nermin, avevamo un gruppo di bambini affidati!
Lì ho capito quello che mi raccontava papà quando tornava dai giri col pulmino: il senso di accudimento che ti riempie la vita, ti carica di responsabilità ma che il sorriso felice di ogni bambino ti ripaga perché gli stai facendo fare la cosa più bella del mondo: il gioco dello sport! Non vi dico i pianti quando alla fine della settimana dovevamo salutarci: i miei sono rimasti storici e sono stati immortalati in parecchi video…
Adesso ho 19 anni e mi sono iscritta alla facoltà di Economia alla Sapienza. Ho smesso di fare sport con SSF, ma nel tempo libero faccio la volontaria, partecipo a laboratori e formazioni e di recente ho tenuto io stessa una conferenza webinair sul cyberbullismo rivolta ai dipendenti di un’azienda che sostiene la Onlus. Cerco insomma di ridare con il mio impegno tutto quello che ho ricevuto in questi anni: valori importanti come la lealtà, l’impegno e la costanza, che oggi mi stanno permettendo di realizzare i miei sogni.