Dagli inizi del 2020 abbiamo inserito nel nostro protocollo d’intervento una nuova azione di progetto : l’educativa domiciliare. Ovvero i nostri educatori e psicologi vanno a casa delle famiglie per iscrivere i bambini al percorso educativo offerto da Sport Senza Frontiere., definire le modalità, capire eventuali criticità. La psicologa responsabile dei programmi di SSF, Alessia Mantovani, ci spiega il senso di questa iniziativa: “ È un’iniziativa che affianca il counseling psicologico: dai tempi dell’emergenza sanitaria abbiamo capito che la nostra azione doveva essere ancora più capillare e approfondita. Quando non si poteva andare a casa lo facevamo da remoto. Oggi andiamo fisicamente a casa delle nostre famiglie. Dentro le mura domestiche si accorciano le distanze e si crea un’alleanza più stretta e una relazione importante con le famiglie ed i nostri bambini, si abbattono i muri”.
Cosa fa SSF quando va nelle case? L’educatore di SSF fa conoscenza con l’intero nucleo , se la famiglia è nuova. Sbriga la parte burocratica ovvero l’iscrizione del minore a Sport Senza Frontiere e la compilazione della scheda sanitaria.
Continua la dr.ssa Mantovani “ È molto importante andare a casa soprattutto per le famiglie nuove. Nasce così fin da subito una patto, un impegno da parte loro a seguire il bambino accanto a noi, a garantire la frequenza all’attività sportiva. Si stabilisce una maggiore fiducia che porta i genitori a seguire i consigli e le indicazione che gli diamo nell’ambito della salute psico-fisica del bambino preso incarico da SSF. E molto spesso questa consulenza di estende poi a tutta la famiglia. In questi anni- continua Alessia Mantovani- l’esperienza ci ha insegnato che se vogliamo raggiungere dei buoni risultati in termini di inclusione sociale del bambino e di miglioramento psico-fisico, dobbiamo coinvolgere tutta la sua famiglia. Questo è molto importante non solo per la frequenza all’attività sportiva, ma anche per esempio, per migliorare le abitudini alimentari, primo presupposto per una buona salute. Molto spesso insegnando come nutrirsi correttamente al bambino, miglioriamo le abitudini di tutto il nucleo famigliare e quindi anche la salute di tutti. Inoltre recarci nelle case, ci dà modo di conoscere meglio, al di là delle parole, le condizioni in cui vive il bambino e quindi di intervenire nel caso notiamo problemi che necessitano di un rinforzo psicologico o di altro tipo”.
Sport Senza Frontiere sta sperimentando già da qualche anno con grande successo questo intervento a Roma, Milano, Napoli e Bergamo e speriamo, prima possibile di portarlo in tutte le città del progetto.