Si è svolta a Roma, martedì 29 Maggio 2018 – CONI, Salone d’onore ore 10.30 la conferenza Lo sport come contrasto alla povertà infantile I risultati del progetto ForGood. Sport è benessere
CONI. Lo sport contrasta la povertà infantile. I numeri del progetto ForGood lo dimostrano
Presentati oggi a Roma i risultati del progetto ForGood – Sport è benessere, patrocinato dal CONI e realizzato da Sport Senza Frontiere Onlus, che nel corso di 2 anni ha avviato alla pratica sportiva 504 bambini/e appartenenti a famiglie in condizioni di povertà dei quartieri periferici di Napoli, Roma e Milano, l’89% dei quali non aveva mai fatto sport, il 46% appartenenti a famiglie monoreddito, il 37% a famiglie numerose.
I bambini – di cui il 66,3% di origine straniera – hanno potuto scegliere tra 22 discipline diverse grazie a 126 società sportive e sono stati sottoposti a un monitoraggio pediatrico sanitario e a un counselling psicologico volto in particolare a migliorare l’alimentazione e contrastare l’obesità, patologia spesso connessa con la povertà. I dati sono poi stati analizzati da una équipe di ricercatori della Facoltà di biomedicina e prevenzione dell’Università Tor Vergata.
Il 70% dei bambini non era mai stato sottoposto a una visita pediatrica, il 26,4% non era iscritto al Sistema sanitario, il 50,8% non era in regola con le vaccinazioni.
L’obesità è stato un aspetto affrontato nello specifico dal progetto, all’inizio del quale il 32,7% dei bambini/e coinvolti era obeso, con il picco massimo a Napoli (36,4%) e tra i/le bambini/e italiani: 26,8 % contro il 16,7% dei bambini di origine straniera. Al termine del progetto tale percentuale si è ridotta al 28,8 per cento, grazie all’adozione di abitudini nutrizionali più sane e alla pratica sportiva.
Ma soprattutto il progetto ha permesso a bimbi/e in condizione di marginalità sociale – italiani, di origine straniera e Rom – di condividere la vita sportiva e costruire relazioni di amicizia con coetanei che non hanno problemi economici, un passo concreto sulla via dell’inclusione e della partecipazione sociale.
Per Alessandro Tappa, presidente di Sport Senza Frontiere, “il modello costituito da questo progetto, che combina pratica sportiva e counselling, è molto promettente non solo per migliorare la salute dei più piccoli, ma anche per trasmettere quei valori, alla base di ogni sport, che possono prevenire comportamenti a rischio”.
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