A MILANO, sono 15 le associazioni sportive entrate a far parte della Rete Solidale, 4 gli enti socio assistenziali che ci segnalano i bambini , il Poliambulatorio “Medici in Famiglia” che effettua le visite mediche e lo Studio Dentistico “BDD” che fornisce le cure dentarie gratuite a tutti i bambini che risultano averne bisogno. In questi mesi abbiamo fornito lo screening sanitario a 66 bambini di età compresa fra i 5 e i 14 anni, e di questi 54 sono avviati all’attività sportiva. Le attività sportive praticate sono: Rugby (18), Muay Thai (13), Calcio (11), Hip Hop (1), Karate (1), Ginnastica artistica (1), Pallavolo (2), Danza (1), Basket (5), Acrobatica (1).
L’attività più impegnativa che stiamo svolgendo comprende 16 bambini del Centro di Emergenza Sociale di Via Lombroso, a Milano.
Due volte a settimana, un operatore di SSF si reca presso il Centro e porta al campo dell’AS RUGBY MIALNO che li ha accolti. Non si allenano tutti nella stessa quadra ma, nell’ottica di integrazione, sono stati divisi per età in diverse squadre con diversi allenatori. La società ha fornito e fornirà ulteriormente tutto il materiale necessario al loro allenamento e alle partite che disputeranno durante l’anno sportivo che si concluderà a Giugno.
Un caso molto bello è quello di T., un bambino nato nel 2008 che vive nella più estrema periferia di Milano. Vive in affitto insieme alla zia di appena due anni più grande e ai nonni, tutori legali. Sembra una situazione molto grave, la mamma si trova all’estero e il papà non vuole assumersene i doveri. Nonostante comprenda benissimo la situazione nella quale si trova e non voglia mai parlare dei suoi genitori, T. è un bambino di 7 anni molto sveglio: i suoi voti scolastici sono sempre superiori all’8, nonostante sia nato all’estero e sia arrivato in Italia qualche anno fa. Grazie allo sport, T. può concentrarsi su un’attività, il karate, che esula dalla sua condizione famigliare difficile: ha nuovi amici, si è totalmente integrato nella realtà sportiva alla quale appartiene e aiuta la sua allenatrice a mantenere la disciplina dei suoi compagni. Nessuno prima aveva mai ammirato in questo modo la sua forza e la sua brillantezza.
A NAPOLI, il progetto coinvolge, per lo più, minori che vivono nella zona orientale, nei quartieri di San Giovanni a Teduccio e Barra.
Due le scuole di San Giovanni a Teduccio, la Scialoia-Cortese e la Sarrìa-Monti, che ci hanno segnalato i bambini che provengono da famiglie in condizioni di disagio derivanti da vari fattori:
• condizione socio economica bassa; si tratta di famiglie in cui nessuno dei genitori lavora ovvero uno solo dei due, che in rarissimi casi ha un regolare contratto, per lo più si tratta di lavori occasionali o saltuari;
• vivono in case popolari, in affitto, ovvero talvolta con la famiglia di origine, i nonni materni, avendo subito uno sfratto;
• alcune famiglie sono monoparentali, a causa di separazioni coniugali; in qualche caso il padre è assente perché recluso.
Un altro gruppo è stato segnalato dalla Comunità di Sant’Egidio; si tratta di adolescenti del quartiere di San Giovanni, di bambini che frequentano la Scuole della Pace (ovvero spazi di amicizia e accoglienza, talvolta anche di aiuto scolastico, rivolti ai bambini delle scuole elementari nei quartieri periferici e poveri della città) e i bambini del campo rom di Barra, un campo non attrezzato.
Al momento sono state effettuate 54 visite medico sportive presso il Centro Ester di Barra e 40 bambini sono stati inseriti ed avviati all’attività sportiva. Gli sport praticati dai bambini sono: nuoto, basket e aquathlon, ginnastica ritmica, pallavolo e scherma. L’attività sportiva è iniziata con slancio ed entusiasmo da parte di tutti i bambini e le famiglie, che ne hanno compreso l’importanza, sono molto collaborative.