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M. diventa grande sul campo da calcio
Negli ultimi 7 anni M. ha cambiato casa diverse volte. Campi, baracche, case condivise con altri parenti, più o meno stretti. La vita in una città come Milano, se non hai F205 sul codice fiscale, è dura, se non addirittura spietata. Oggi ha 15 anni, ed è al quinto anno di partecipazione al progetto di Sport Senza Frontiere per l’inclusione sociale attraverso la pratica sportiva.
M. è cresciuto insieme a Sport Senza Frontiere, e con una vita così, da bambino si diventa in fretta un ragazzo. La segnalazione della sua famiglia e della sua grave condizione di povertà è arrivata alla Onlus da parte della comunità di Sant’Egidio, che l’ha accompagnato nel raggiungimento del suo primo grande traguardo: l’iscrizione alla scuola primaria.
«Se nasci in una famiglia che non ha un tetto sotto al quale crescerti, tempo da dedicarti né mezzi con cui sostenerti l’unica chance è rifugiarti in qualcosa che possa distrarti e ridarti il sorriso, come il calcio, che a M., tra l’altro, viene particolarmente bene»
Racconta Elena Giliberti, coordinatrice dei progetti della Onlus a Milano, che di storie come quella di M., negli ultimi anni, ne ha seguite parecchie.
«Non è solo la difficoltà economica che impedisce alle famiglie più fragili di iscrivere i propri figli a una società sportiva. Ci sono le questioni logistiche, per cui i bambini non hanno nessuno che li accompagni agli allenamenti, e quelle formali, legate ai documenti necessari per il tesseramento. Per questi ragazzi è dura riuscire ad avere le carte in regola per far parte di una squadra, per non essere tagliati fuori. M. ha incontrato noi, ed è riuscito a raggiungere ottime società sportive, come l’OSG 2001 in cui ha cominciato, l’AS Masseroni Marchese, vivaio della Juventus e la sua attuale squadra, FCD Bonola calcio. Certo non è stato facile seguire i suoi spostamenti a causa della precaria situazione abitativa, ma il calcio, perlomeno, è rimasto una costante, in un’adolescenza tutta in salita», conclude la coordinatrice.
Con l’insorgere dell’emergenza sanitaria Covid-19 e l’inizio della Didattica a distanza M. ha perso anche il contatto con gli insegnanti e con i compagni di scuola. L’abbiamo dotato di un tablet e di una connessione internet, che in casa sua non sapevano quasi cosa fosse. Oggi M. è sempre seguito dalla sua Tutor, secondo il modello di presa in carico della Onlus, e al fine di sostenere il ragazzo nello studio, oltre che nello sport, gli abbiamo affiancato un volontario SSF che lo aiuta nei compiti e con cui ha la possibilità di rivedere gli argomenti prima delle interrogazioni. La famiglia di M., che ha altri due fratelli più piccoli, ha finalmente ottenuto l’assegnazione di una casa popolare e ci auguriamo che questo possa essere un altro elemento di stabilità nella vita di questo ragazzino, che non ha perso la sua serenità e i suoi amici più cari grazie alla cosa che ama di più: il calcio.