I Centri Estivi sono un’enorme risorsa per i genitori che lavorano e per i bambini che saranno costretti a trascorrere tutta la loro estate a Roma, non potendo neanche desiderare una vacanza fuori porta. Saranno un momento di gioco, un momento di svago, sport e amicizia, che faranno sentire meno solo il bambino nella realtà estiva romana.
Questo è quello che succede a Maria, 8 anni, la cui famiglia di origine peruviana (mamma non lavora, papà che lavora saltuariamente) non può andare in vacanza, né tantomeno tornare in Perù, perché il viaggio costa troppo. Quasi tutti gli amici del quartiere di Maria partono in vacanza, vanno al mare, o a trovare i nonni. I genitori cercavano un centro estivo perché non volevano che Maria passasse tutta l’estate a guardare la televisione.
La stessa storia si ripete anche per Tiziano 6 anni, residente a Torrevecchia. Nel suo quartiere restano molti più bambini ma la mamma, che vive sola con lui, non vuole farlo stare tutto il giorno in strada. Il centro estivo diventa un’alternativa sana alla noia o alla strada, diventa un momento di svago, e di gioco.
Anche Mohammed e Alki, grazie ai centri estivi, possono trascorrere una settimana di svago e non restare chiusi tutto il giorno nel Centro d’accoglienza, dove si respirano tensioni, ansia, tristezza, pesantezza a causa dell’attesa di un permesso di soggiorno o uno status di rifugiato.
La Rete Solidale delle Società Sportive si rivela preziosa e indispensabile anche in quest’occasione. Molte sono infatti le associazioni sportive che si rendono disponibili ad accogliere i nostri bambini che hanno così una possibilità in più di vivere un pò di spensieratezza. Lo sport si rivela ancora una volta un rifugio, una possibilità, un'importante risorsa.