
IL PROGETTO
Percorso annuale di acquaticità dedicato a 40 beneficiari (genitori con figli di età tra i 6 mesi e i 6 anni) di cui una parte provenienti dal sistema di accoglienza ed integrazione (SAI) e una parte di rifugiati dall’Ucraina.
OBIETTIVI DEL PROGETTO
- Favorire un’esperienza positiva con l’elemento acqua
- Rinforzare le abilità motorie e la fiducia in se stessi
- L’acqua come aiuto nella gestione e nella prevenzione di eventuali disturbi post traumatici (traversata in mare, guerra)
- Rinforzare e favorire la relazione genitore-bambino
- Favorire i processi di inclusione sociale
BENEFICIARI
40 beneficiari
rifugiati dall’Ucraina
famiglie che arrivano dal circuito SAI (sistema di accoglienza ed integrazione)
Il progetto Amica Acqua nasce per aiutare le persone rifugiate con i loro bambini, che hanno subito traumi psicologici ed emotivi durante drammatici trasferimenti via mare. L’obiettivo del progetto è di trasformare il loro trauma attraverso l’esperienza di un cambiamento della relazione con l’acqua, all’interno di uno spazio sicuro in cui si può praticare sport e intessere relazioni positive. Dal 2022 Amica Acqua ha accolto anche tante mamme e bambini /e fuggiti dalla guerra in Ucraina. Arrivati in Italia impauriti, fragili e assai destabilizzati, hanno vissuto sulla propria pelle non solo il trauma del conflitto armato, ma anche quello di dover improvvisamente abbandonare tutto: amici, scuola, sport, ma anche figure di riferimento importanti come i loro papà (che purtroppo in alcuni casi hanno perso la vita in battaglia). Ma anche le mamme hanno lasciato in Ucraina praticamente tutta la loro vita, tutti i progetti che avevano sperato per sé e per i propri figli: hanno visto sogni e speranze sgretolarsi in pochissimo.
Sia adulti che bambini vivono oggi in Italia con un trauma latente che mina ogni giorno soprattutto il loro benessere psicologico, ma anche quello fisico: tale trauma spesso viene somatizzato e si converte in problemi fisici ricorrenti (da mal di testa ai disturbi del sonno). Crediamo che l’elemento “acqua” possa essere loro “amica”, così come lo è stato ed è per i nuclei provenienti dal circuito SAI di Roma: uno strumento di aiuto nella gestione e nella prevenzione di eventuali disturbi post traumatici, uno spazio in cui possa diminuire il livello di “allerta” costante in cui vivono sia le mamme che i bambini, un elemento che può rinforzare, soprattutto nelle mamme, le abilità motorie e la fiducia in sé stesse, che può rafforzare e favorire la relazione genitore-bambino che inevitabilmente ha risentito del trauma vissuto e soprattutto favorire il processo di inclusione sociale per mamme e bambini che vivono qui da pochi mesi e che ancora hanno difficoltà nell’inserirsi socialmente a causa della barriera linguistica.
