IL PROGETTO
Il rifugiato è colui che è costretto a lasciare il proprio paese a causa di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le opinioni politiche.
(Convenzione di Ginevra sullo Status di Rifugiato 1951)
La speranza è ciò che accompagna tanti giovani che sbarcano nel nostro Paese dopo viaggi estenuanti che durano addirittura anni, accompagnati spesso da esperienze di tortura e di privazione.
La speranza è la cosa che li pervade quando approdano in un Paese dove si aspettano di prendere il volo per cominciare una nuova vita.
L’obiettivo è di ridurre l’isolamento, le basse aspettative sul futuro, le difficoltà relazionali, le difficoltà motorie e di coordinazione ed eventuali malattie psico-fisiche dovute alle esperienze traumatiche. Si tratta di giovani fuggiti da guerre e da difficoltà inimmaginabili, che hanno affrontato viaggi da incubo dal Gambia, dal Mali, dalla Nigeria, dalla Siria e da molti altri Paesi in conflitto, arrivando in Italia traumatizzati.
Lo strumento che utilizziamo è sempre lo sport, come negli altri progetti dell’Associazione.
In due anni di progetto abbiamo inserito nel progetto 175 rifugiati e richiedenti asilo
Hanno praticato karate, calcio, basket, atletica, running, pallavolo, judo, pugilato e badminton. Il progetto è attivo a Roma, Napoli e Milano presso 13 società sportive della rete solidale di Sport Senza Frontiere.
Alcuni ragazzi hanno corso insieme ai nostri runner la Maratona di Milano. Altri sono stati inseriti come tutor nel progetto Joy SSF Summer Camp.