Un giorno un indovino mi disse…
Non è solo il titolo del bellissimo libro di Tiziano Terzani, ma è anche ciò che è accaduto a me circa 15 anni fa, nel corso di un mio viaggio in India, quando mi fu predetto che avrei fondato, con un gruppo di persone amiche, un’associazione che si occupava di infanzia e che questa realtà avrebbe aiutato tanti bambini e attirato tante belle persone, sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda. Allora lavoravo alla Contrasto, la più importante realtà in Italia nel campo della fotografia. In particolare mi occupavo delle mostre di Contrasto, un lavoro che mi piaceva tanto, che mi dava l’opportunità di conoscere e di lavorare fianco a fianco con i più grandi fotografi del mondo, grandissimi autori e persone che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo della cultura e anche nella mia vita.
All’epoca non ci pensavo proprio a fondare una onlus. Tutto avvenne in maniera assolutamente spontanea, come se fosse già tutto scritto. Nel 2008 ho organizzato per Contrasto la mostra “un mondo di sport” con le fotografie dell’agenzia Reuters, al Museo di Roma in Trastevere e dopo il lungo periodo espositivo, insieme ad Alessandro Tappa e d’accordo con Contrasto, decidemmo di vendere all’asta le fotografie e con il ricavato permettere a dei bambini con disagio socio-economico di fare sport gratis. Era l’idea madre di Sport Senza Frontiere, il nome che ho dato all’evento e che poi è diventato il nome della Onlus.
Alessandro si occupava di sport da una vita (ma anche di cittadinanza attiva, di ecologia, di eventi e molto altro) e insieme abbiamo creato il primo indimenticabile evento alle Officine Farneto, dove tutte le fotografie sono state vedute. In quell’occasione conobbi Giorgia Mariani, madre di quattro figli che erano tutti ex atleti dell’Athlion Roma Pentatlon Moderno, la società fondata da Alessandro Tappa. Creativa, generosa, intelligente e incredibilmente divertente, con Giorgia in questi dieci anni ci siamo fatte le più assurde sfacchinate ma anche delle pazze risate ad organizzare eventi di raccolta fondi per far conoscere la onlus in tutto il territorio nazionale.
Con i fondi raccolti, Alessandro grazie alla Comunità di Sant’Egidio riuscì ad inserire i primi bambini nei corsi di Pentathlon Moderno e di Rugby ed in seguito ebbe l’intuizione di creare, da questa prima esperienza, un’associazione. Così il 23 Maggio 2011, nello studio notarile dell’amico Cesare Arcangeli, la predizione dell’indovino si avvera, nasce Sport Senza Frontiere onlus.
Dalla comunità di Sant’Egidio arrivò un altro pezzo importante, Sandro Palmieri, attuale direttore generale che, altro folle, lasciò il suo lavoro a tempo indeterminato in una grossa organizzazione internazionale per buttarsi in questa avventura….da quel momento in poi i nostri mondi così diversi si sono intrecciati e tutti noi abbiamo messo dentro Sport Senza Frontiere le nostre vite ricche di esperienze e conoscenze.
Per me che venivo dalla fotografia (ma sono anche una persona di sport), la comunicazione non poteva che partire dalle immagini. Così da subito la mia intenzione è stata sempre quella di raccontare la Onlus con foto di qualità. Così, compatibilmente con i nostri budget sempre poveri, ho da subito coinvolto bravi fotografi, ho organizzato mostre per far conoscere il nostro brand e prodotto materiali di comunicazione di qualità.
Volevo trasmettere positività. Non mi piace puntare sul senso di colpa delle persone. Preferisco far emergere l’ottimismo, la fiducia e l’idea positiva che il contributo di ognuno di noi può aiutare un bambino ad essere felice e a farcela nella vita nonostante la sua situazione socio-economica. Le classi sociali devono avere “porte scorrevoli”…. Un incontro fortunato è stato quello con Artecopy ovvero con gli insostituibili Riccardo Marelli e Laura Gaiero, con i quali ancora oggi realizziamo bellissime campagne (come questa del decennale).
A volte mi chiedo cosa mi dà la forza di continuare un così grande impegno. Difficile da spiegare. Per farlo citerò un mio grande maestro, Henri Cartier-Bresson, che disse :
“Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. E’ un modo di vivere”.
Ecco, Sport Senza Frontiere mi dà la possibilità di esprimermi in un lavoro che mette sulla stessa linea la mente, il cuore e nel mio caso la comunicazione, quindi la parola. Non è un lavoro, ma un modo di vivere che mi restituisce un senso. La vita è un soffio e, per come la vedo io, bisogna “ottimizzare” i tempi: fare le cose che ci piacciono, stare con le persone con le quali condividiamo valori e significati perché siamo “vasi comunicanti” e quando stai bene tu, stai certo che staranno bene anche le persone intorno a te. E questa, dopo cinquanta anni di vita, è la mia personale formula alchemica di felicità.
Dunque BUON COMPLEANNO SPORT SENZA FRONTIERE!
Qui sotto trovate un pulsante rosso, se lo cliccate vi porterà alla pagina dove potrete fare una piccola donazione, un bel gesto che per i bambini di Sport Senza Frontiere può fare una grande differenza. Grazie di cuore.
Roberta de Fabritiis
Socia Fondatrice e Responsabile Comunicazione di Sport Senza Frontiere