#SSFBESTFRIENDS
Il campione del mondo e oro olimpico intervistato da Luca Attanasio racconta la sua esperienza al fianco di Sport Senza Frontiere.
“Lo sport è una cosa meravigliosa, aiuta molto i ragazzi a crescere a sapersi relazionare con gli altri e sentirsi meglio. Chi non se lo può permettere lo apprezza anche di più”. La storia di amicizia e passione tra il pugile Roberto Cammarelle – oro olimpico a Pechino e ai mondiali di Chicago e Milano, a corredo di un palmares infinito che lo mette ai primi posti delle glorie sportive nazionali – e Sport Senza Frontiere nasce da questo assunto semplice quanto profondo e non si interrompe più. “Io li ho conosciuti proprio all’inizio e sembravano un gruppo di amici appassionati con pochi mezzi, tantissimo sentimento e un chiodo fisso, permettere ai bambini più disagiati di fare sport e favorire attraverso la pratica sportiva l’integrazione. Ora sono una grandissima realtà e sono fiero di averli aiutati a crescere. Ho sostenuto l’associazione attraverso le loro con tante iniziative, con le mie foto o oggetti, ho fatto lo chef nelle loro cene solidali, ho partecipato al camp per i ragazzi del sisma e ho sempre respirato una bellissima atmosfera di vicinanza. E ho conosciuto e condiviso meravigliosi momenti con i ragazzi vivendo grandi emozioni: noi siamo abituati a pensare a noi stessi, allo sport in maniera individuale ma quando incontri ragazzi che ti guardano e si aspettano da te esempi, diventi testimonial, devi trasmettere qualcosa di più grande”.
Negli anni la tenacia del gruppo iniziale fa di Sport Senza Frontiere una realtà che guadagna visibilità e si ritaglia un ruolo nel panorama dello sport sociale italiano. Ma non è stata una strada sempre in discesa.
“A un certo punto sembrava che dovessero smettere perché non ce la facevano con i pochi mezzi e le tante iniziative intraprese, i tanti bambini presi in carico. Poi però alcune grandi aziende hanno creduto in loro e la onlus ha ripreso a crescere e camminare, direi a correre proprio come un atleta, assumendo anche un carattere internazionale con un progetto in Argentina. Ora portano lo sport e l’entusiasmo nelle famiglie più bisognose e promuovono una filosofia positiva per l’inclusione”.
“L’esperienza delle vacanze estive mi è rimasta dentro. Sono stato il primo testimonial a partecipare al Joy Summer Camp al Terminillo organizzato per i bambini dell’area del sisma del 2016. Sono rimasto con loro qualche giorno condividendo tutto e ho visto con i miei occhi la potenza rigenerativa dello sport”.
Dieci anni sono passati SSF è diventata grande, adulta, è tempo di pensare al futuro.
“Credo che debba ancora di più essere una realtà riconosciuta e mi aspetto che sempre più campioni si avvicinino. SSF è un invito a superare le frontiere non solo geografiche ma anche sociali ed economiche. Ma credo che debba presto divenire anche una polisportiva che tra un po’ di anni possa raggiungere anche risultati sportivi”.
E non dimentichiamoci che tutti possono diventare parte di questa bellissima avventura: Diventando SOSTENITORI REGOLARI di Sport Senza Frontiere, ognuno di noi può sostenere il percorso educativo-sportivo di un bambino in difficoltà. Perché regalare lo sport è regalare la vita!