A.S.D. Accademia Sporting Roma
“A volte accade che, dentro al rettangolo di un campo di calcio, gli spettatori e gli attori stessi della partita incontrino, nelle improvvise traiettorie del pallone, i frammenti misteriosi del gioco della vita, ed essa alle volte irrompe violenta, mentre altre è leggera e colora di sentimenti il prato.”
Chi scrive è Fernando Filanti (per tutti Nando, dirigente sportivo, scrittore, poeta), nella presentazione del suo libro “Il Taccuino del Mister”. Solo per darvi un’idea di chi stiamo parlando, un altro dei libri di Nando si intitola “Genitori… nel pallone!” ed è un vademecum per genitori, nonni e accompagnatori affinchè comprendano quanto sia importante il fair play sugli spalti…
Nando è un grande amico di Sport Senza Frontiere. La sua storica società sportiva, la Accademia Sporting Roma, che si allena al Centro Fulvio Bernardini di Pietralata, ha accolto sin dal primo anno della nostra nascita tanti bambini e ragazzi che Nando ha “cresciuto” nel calcio e nella vita.
D’altronde la Accademia Sporting Roma è sempre stata impegnata nel sociale, accogliendo gratuitamente non solo ragazzi del quartiere con disagio socio-economico da ben prima che arrivassimo noi, ma anche ragazzi agli arresti domiciliari, rendendo possibile la conversione della loro pena in servizio civile; inoltre ha accolto rifugiati seguiti dalla comunità di Sant’ Egidio e ha donato divise da gioco e palloni al “Progetto Marco onlus” che opera in Africa Centrale.
A Nando abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande. Questa è la sua testimonianza.
Quali sono i valori che condividi con Sport Senza Frontiere?
I valori che condividiamo con SSF sono quelli dell’accoglienza di persone indigenti consentendogli praticamente di esercitare il loro diritto allo sport, con tutto ciò che ne consegue: amicizia, relazione, condivisione.
Qual è a tuo parere il punto di forza del progetto di Sport Senza Frontiere?
La serietà. Li vedo seguire le persone che portano nella nostra società con un enorme rispetto per il mistero che ognuna di esse porta dentro di sé e per le loro storie. Questo, insieme alla presa in carico di tutto il nucleo familiare del bambino/ragazzo, fa la differenza in termini di qualità e impatto sociale del progetto.
La Accademia Sporting Roma ha accolto anche i ragazzi, appena arrivati in Italia e in attesa di status di rifugiato, del progetto di SSF “Sport di Prima Accoglienza”. C’è la storia di uno di questi ragazzi che ricordi in particolare?
Sì. Uno di questi ragazzi, di cui per ovvi motivi non faccio il nome, parlava solo il francese e durante un allenamento si è scontrato con un nostro ragazzo, inseguendo un pallone. E’ caduto a terra e si toccava, piangendo, la gamba che in Libia gli avevano percosso con un bastone di ferro, temendo una nuova rottura dell’osso. Quando mi sono avvicinato a lui e gli ho chiesto dove aveva dolore, singhiozzava e invocava nel suo dialetto nativo un nome di donna che poi, ho capito essere quello della madre. In quel ragazzo io ho visto un mio figlio, e l’ho abbracciato per aiutarlo ad alzarsi, poi l’ho accompagnato dal dottore sportivo. Rientrato in campo, ho sentito uno dei ragazzi nostri che diceva: “Ecco, ha trovato la scusa per rimanere il Italia”! Ho cacciato immediatamente quel ragazzo dal campo. Durante le feste di Natale, con mia moglie abbiamo accolto il ragazzo infortunato, insieme a due suoi amici, a pranzo da noi, ascoltato le loro storie e raccontato le nostre e il nostro cuore si è arricchito di “ALTROVE”!
Grazie Nando.